Palmarola, la più occidentale dell’arcipelago e la seconda per estensione, dista da Ponza circa 7 miglia ed ha una struttura tipicamente vulcanica, con morfologia analoga a quella di Ponza. E’ caratterizzata da una costa molto frastagliata ricca di scogli, grotte e faraglioni che ne fanno un ambiente spettacolare. Il nome dell’isola deriva dalla pregiata specie di Palma Nana, che riesce ad attecchire su queste rocce poverissime di terra. Caratteristiche le case-grotta: abitazioni costruite sfruttando le cavità della roccia. Spartane per natura e comode quanto basta, hanno svolto a lungo una funzione abitativa per poi essere adibite a depositi per attrezzi agricoli. Palmarola è ricca di ossidiana, vetro puro allo stato naturale, nero, lucidissimo, da cui l’uomo primitivo ricavava punte di freccia, asce, coltelli. L’ossidiana veniva estratta a Palmarola e lavorata a Ponza e a Zannone e molto probabilmente trasportata al Circeo. Oltre ai gabbiani, che sono i veri padroni dell’isola, nidificano numerose specie di uccelli protetti come la Berta maggiore e il Falco Pellegrino. Palmarola è una riserva naturale e grazie al suo aspetto incontaminato, è stata definita da Folco Quilici una delle più belle isole al mondo. Il colore del mare passa dall’azzurro turchese, al verde smeraldo, al giallo oro, variando secondo il colore delle rocce che vanno dal grigio al giallo, dal nero al rosso. L’isola è costellata di grotte, insenature, passaggi subacquei, rocce traforate che fanno dell’isola un modello originale di bellezze architettoniche.
Torna alla mappa