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Ponza

 

Ponza è la maggiore delle Isole Pontine e, insieme a Palmarola, Zannone, Gavi, Ventotene e S.Stefano, formano l’omonimo arcipelago. E’ situata al centro del Mediterraneo di fronte al promontorio di S. Felice Circeo, da cui dista 18 miglia. La sua costa è molto frastagliata e gran parte delle spiagge sono per lo più rocciose, composte da caolino e tufo e caratterizzate da sfumature di colori variegati e suggestivi, a dimostrazione dell’origine vulcanica dell’isola. La sua posizione, fece dell’isola una tappa per approvvigionamenti soprattutto idrici, per le colonie greche, impegnate nelle rotte commerciali tra Ischia e l’isola d’Elba. Tracce archeologiche che attestano la presenza greca sull’isola, sono state riscontrate nella tomba a Ipogeo sulla collina Guarini che si protende a picco sulla spiaggia di Chiaia di Luna. Ai greci, seguirono i Volsci che per almeno 3 secoli, contrastarono l’espansione dei romani, ma vennero sconfitti ad Anzio. I Romani elessero Ponza a porto importante e ne migliorarono le condizioni di vita. Fu trasformata in luogo d’esilio quando vollero allontanare alcuni membri delle famiglie imperiali per gli scandali che avevano provocato a Roma. Alloggiarono in lussuose ville, i cui resti sono evidenti nel “Murenaio” o “Grotte di Pilato”, costituite da più piscine collegate tramite canali per il ricambio delle acque in cui venivano allevate murene e molto probabilmente appartenevano alla villa di epoca augustea di Punta Madonna. Le opere di maggior pregio di epoca romana sono: il tunnel che conduce alla spiaggia di Chiaia di Luna, lungo circa 170 metri, le cui pareti sono in “OPUS RETICOLATUM” e la cui luce internamente era garantita da ampie prese d’aria poste alla sommità, un imponente acquedotto, oggi parzialmente rovinato dallo sfruttamento della cava di bentonite, che convogliava l’acqua da Cala Inferno fino a S.Maria attraverso un sistema di cunicoli fino al porto, le necropoli e le numerose cisterne. La caduta dell’impero romano fece scegliere queste terre lontane dai monaci benedettini che eressero un monastero in località S.Maria e uno sull’isola di Zannone. Sbarcarono a Ponza i saraceni catturando come schiavi molti abitanti e, dopo numerosi attacchi, riuscirono a conquistare l’isola nell’845 d.c.. Queste incursioni fecero fuggire prima i monaci di Zannone e poi quelli di Ponza. Nel corso dei secoli l’isola venne lentamente spopolata fino a quando, nel 1734, divenne un dominio del Re di Napoli Carlo III di Borbone, che iniziò la colonizzazione dell’isola e il suo ripopolamento fu affrontato prima inviando famiglie di Ischia che popolarono il versante sud, e poi famiglie di Torre del Greco che si stabilirono sui terreni del versante nord “Le Forna” promettendo loro infrastrutture necessarie e la costruzione di importanti opere pubbliche come il porto iniziato nel 1775, la cui realizzazione fu affidata al maggiore del genio civile Antonio Winspeare, assistito dall’ing. Francesco Carpi. Gli attuali abitanti sono discendenti di quelle famiglie. Da una società prevalentemente agricola, cercò nei mestieri del mare il suo futuro allestendo una flotta d’imbarcazioni da pesca: da Ponza si portarono nell’arcipelago toscano e poi in Sardegna e a la Galite in Tunisia per la pesca di aragoste e di corallo. Lo sviluppo di Ponza subì un grave arresto a causa di una crisi economica e, dopo una breve parentesi napoleonica e inglese, l’isola torna al suo consueto e nel 1861 viene annessa all’Italia e collegata con la terraferma dalla linea SPAN (Anzio-Ponza-Napoli). L’isola mantiene sempre la funzione di “luogo di relegazione” per i personaggi avversi al potere. Prima per la corona, poi per il regime fascista. Tra i tanti inviati sull’isola vi fu anche il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e lo stesso Benito Mussolini prima di essere trasferito al Gran Sasso. Il dopoguerra fu difficile e ricco di cambiamenti: le condizioni di vita precaria indussero molti ponzesi ad emigrare negli U.S.A.. Negli anni seguenti la seconda guerra mondiale l’emigrazione apparve come una soluzione ai problemi di sovrappopolamento dell’isola e alla conseguente scarsità di opportunità lavorative, da sempre legate alla pesca. Negli anni 50 si tenta la strada del turismo. Ponza godeva di una fama rovinosa, ma le meraviglie del suo mare cristallino incorniciato da splendide calette e faraglioni, fecero il miracolo di indurrei turisti a privilegiarla fra le mete di vacanza.

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